Anche entrando in san Martino di Bollate si resta ammirati per il susseguirsi di armoniose figurazioni lungo tutte le pareti della chiesa e all'interno delle cappelle che si aprono lungo le navate. I dipinti a tempera furono realizzati quasi ottanta anni fa ed osservandoli si incomincia a sentir dentro la suggestione di una storia lontana. Gli eventi centrali raffigurati sono quelli della vita di San Martino di Tours, a cui è dedicata la chiesa. Lasciamo subito la parola alla appassionata descrizione contenuta nel sito della parrocchia.
  

 La chiesa prepositurale e dedicata a San Martino Vescovo di Tours, il Santo della carità e della solidarietà, vissuto tra il 316 e il 397, che per diversi anni della sua vita, specie giovanile, ha soggiornato in Lombardia e che , secondo alcune tradizioni tramandate nei secoli, è passato anche nel territorio di Bollate.

Questi lavori, voluti e guidati nel 1969 dal prevosto don Carlo Elli, furono affidati alla scuola del Beato Angelico di Milano, la quale, pioniera, aggiunge allo studio del moderno quello dell’antico. Detti lavori, fatti da più mani, ma guidati dal genio artistico del maestro Antonio Martinotti, mostrano la grandiosità dei concetti ispiratori e la maestosità di un’arte moderna che si richiama, per colori e disposizione delle figure, all’arte bizantina.
Sono imponenti gli affreschi della cupola con quadri della storia di San Martino, protettore della parrocchia, nel tamburo; mentre nella volta vi e il volo dei sette Cori Angelici osannanti a Dio, che dalla sommità della cupola sembra benedire il popolo orante.
I 12 quadri del tamburo sono dedicati a S. Martino e ricordano i fatti più salienti della sua vita:

– “Quando Egli rifiuta di essere militare e vuole farsi monaco
– “Dando il mantello al povero, Martino merito di vedere Cristo
– “Martino rigenerato dall’acqua e dallo Spirito Santo nel battesimo
– “Martino mandato dal Vescovo
– “Martino in esilio, espulso dalla sua città
– “Martino in preghiera nell’isola della Gallinara
– “Martino ordinato Vescovo
– “Martino cinto di splendore mentre celebra la Messa
– “Martino Vescovo che risuscita un morto
– “Martino vede la sua anima volare in cielo
– “Martino morto e l’anima sua portata dagli Angeli in cielo “S. Ambrogio è colpito sull’altare dal sonno”.

Le figure sono forse un po’ troppo bizantineggianti, ma i colori dei vestiti sono armonici e molto tenui e risaltano sul fondo ocra del muro.
Passando ora dalla cupola al presbiterio troviamo a destra dell’altare maggiore un grande affresco rappresentante Melchisedech nell’atto di offrire al Signore il sacrificio del Pane e del Vino.
Anche qui la figura del Sacerdote in atto di semplice offerta appare piena di maestosità. In faccia è rappresentato il sacrificio di Abramo: la figura del vecchio è imponente con il braccio già alzato nell’atto di immolare il figlio, mentre dall’alto vola a lui un Angelo del Signore che la ferma e ai piedi di Isacco appare 1’ariete. Nella volta del presbiterio sono rappresentati i simboli dei quattro Evangelisti. Ed infine in alto nell’abside un grande Cristo Salvatore, che sembra ammonire, forse con uno sguardo troppo duro, mentre con la mano destra è in atto di benedire, e con la sinistra tiene aperto il libro santo: EGO SUM VIA, VERITAS ET VITA.

Sulle pareti della chiesa si trovano poi varie figure di santi e sante oranti, ma quelle che più colpiscono per la potenza dello sguardo e per l’imponenza degli ampi paludamenti sono S. Ambrogio, S. Carlo, S. Pietro, S. Paolo e i quattro Evangelisti nel transetto.
Sui muri color ocra della navata centrale e del transetto e affrescata una grandiosa Via Crucis. Le sue figure, piene di movimento, esprimono l’immenso dolore del triste cammino e sembrano staccarsi dal fondo, quasi siano in rilievo.
I colori sono tenui, ma la perizia della mano dell’artista fa risaltare ancora maggiormente la grandiosità delle scene.
Da non dimenticare le quattro cappelle della navata centrale, in particolare quella del Battistero e quella del Sacro Cuore.


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